Abitare diffuso e integrazione: la nostra esperienza delle Case Saltatempo* per i minori stranieri non accompagnati. 

La Cordata al suo nascere (1989), ha progettato e gestito per anni una comunità educativa per adolescenti in difficoltà familiare o provenienti dall’area del penale minorile.

Nel 2007, a fronte di un costante aumento di segnalazioni di minori migranti soli, La Cordata ha deciso di sperimentare un nuovo modello di accoglienza educativa in grado di rispondere al meglio ai bisogni e alle risorse che i questi ragazzi portavano con sé.

Nasce così nel 2008, il progetto Case Saltatempo che accoglie minori stranieri non accompagnati (ragazzi, a volte ragazzini) provenienti da tutto il mondo: un progetto in collaborazione con il Comune di Milano, condiviso anche con altre associazioni e cooperative.

Da sempre La Cordata lavora in un’ottica d’integrazione sociale e territoriale, affinché l’accoglienza dei ragazzi avvenga in appartamenti radicati nei quartieri di Milano (per un’accoglienza abitativa diffusa), evitando così i ghetti abitativi e quindi sociali, di qualsiasi genere.

Siamo convinti che il modo di organizzare l’abitare (la casa) delle persone influenzi direttamente l’efficacia dei processi d’integrazione sociale. Ad oggi il servizio gestisce 5 appartamenti, situati in diverse zone di Milano (Porta Romana, Baggio, Viale Monza). Ogni appartamento può accogliere da 4 a 6 ragazzi. Un’èquipe di operatori sociali (educatori, antropologi, mediatori…) si occupa della loro crescita, di accompagnarli all’autonomia, attraverso l’avvicinamento al mondo del lavoro.

Si offre una soluzione abitativa adeguata e si favorisce al massimo la costruzione di una rete sociale di appartenenza, consapevoli che il processo d’integrazione non può prescindere dal coinvolgimento dei cittadini che abitano un territorio.

Ci si integra pertanto con la comunità di cittadini, gli operatori sociali hanno il compito di favorire questo processo.

Ad oggi abbiamo accolto 110 ragazzi provenienti da 16 paesi del mondo.
Alcuni dei ragazzi, usciti dalle nostre case, sono oggi punto di riferimento importante per i nuovi ragazzi arrivati e ponte nel rapporto e nella relazione con i cittadini di Milano.

*(perchè Case Saltatempo? Case: perché il nostro modello prevede un’accoglienza diffusa in appartamenti e non un grande centro. Saltatempo: viene da un libro di Stefano Benni nel quale il protagonista, di nome Saltatempo, riceve in dono un orobilogio interno che gli permette di fermare il tempo, andare nel passato e nel futuro e vede cosa succede, e riprendere il corso della vita da dove l’aveva bloccato. Lo stesso è per i ragazzi che accogliamo. I mesi o gli anni che passano con noi, servono per fermare il tempo, guardare il futuro dandosi degli obiettivi attinenti a capacita, desideri, bisogni e imparare a fare le scelte che sono necessarie per raggiungerli e poi riprendere la corsa verso il proprio futuro).