Da sempre siamo convinti che il modo in cui organizziamo il nostro “abitare” -temporaneo o a lungo termine- influenzi il senso e la costruzione di legami e quindi la coesione sociale di un territorio. 

Da tanti anni lavoriamo per accogliere ed integrare giovani migranti e lo facciamo attraverso un modello che vede nell’abitare diffuso uno dei cardini principali.
Niente grandi centri ma piuttosto luoghi piccoli e accoglienti, diffusi nei quartieri della città, dal centro alla periferia. L’accoglienza diffusa infatti permette ad una comunità territoriale, se supportata, di esprimere al meglio la propria capacità di accoglienza, solidarietà e integrazione reale.
Da quasi 10 anni, insieme ad altre realtà locali (Consorzio SIS, Casa della Carità, CEAS, Comunità Progetto, Fondazione Casa Della Carità, Casa del Giovane), attraverso un’organizzazione reticolare, condivisa e che vede coinvolti numerosi operatori con competenze varie, lavoriamo nella realizzazione dell’accoglienza diffusa, fortemente convinti che sia la strada più efficace per la realizzazione di comunità condivise.